


Recupero e conservazione degli edifici |
Il progetto di Recupero e Conservazione degli Edifici riguarda il complesso denominato ex-pretura a Sacile, in provincia di Pordenone. Molte sono le suggestioni che questo ambiente ha suscitato in noi, la curiosita di capire, di leggere di trasmettere la molteplicità di dati ed il potenziale informativo che esso possiede. Caratteristica la location; splendidi gli archi presenti, i resti delle decorazioni sulle travi e le murature scialbare originarie. Come anche l'ambiente da noi analizzato, la cucina, dove sembra possibile respirare ancora l'atmosfera di tempo. Il progetto che abbiamo elaborato per l'ambiente cucina scaturisce dalla presa di coscienza della complessità dell'ambiente in cui ci siamo trovati ad operare. Di fronte a un tale tipo di contesto erano inevitabili alcune domanda: che fare di un potenziale informativo così ricco e stratificato? Che cosa salvare e che cosa eliminare della traccia materiale intesa come insieme di segni culturali e di segni naturali? Cosa perdere in termini di conoscenza? E quindi da ultimo quale testimonianza storica da trasmettere al futuro? Quale il destino dell'esistente? Per poter individuare una strategia di intervento che fosse la guida del progetto ci siamo avvalsi di due strumenti: da un lato l'analisi stratigrafica e dall'altro il giudizio di valore.
Dobbiamo precisare che più lo studio è entrato in dettaglio, più ci siamo fatti guidare da ciò che l'edificio dettava. Preso atto di questo potenziale informativo, il nostro progetto ha cominciato ad assumere una connotazione ben precisa: quella della "leggibilità e permanenza dei dati materiali" o, per citare una frase di Bellini, quella della "permanenza della materia, nelle sue vicende, nel passaggio del tempo". In breve, quella della CONSERVAZIONE DEI DATI. La scelta di qualcosa ci avrebbe inevitabilmente portato alla rimozione di qualcos'altro e quindi all'irreversibile perdita di informazioni. In accordo dunque con questa linea di condotta tutte la murature sono state pulite, consolidate e protette mediante una velatura che lascia vedere la tessitura muraria sottostante e quindi anche tutti i bordi di interfaccia negativi, prova del complesso delle trasformazioni che l'opera ha subito nel corso del tempo. Da tutto questo traspare l'intenzionalità di fare del nostro manufatto un'opera che continui a "parlare" di se stessa e nel maggior modo possibile con la propria voce, dal momento che la compiutezza da tutelare è quella di molti possibili saperi racchiusi in essa. prof. arch. Giorgio Cacciaguerra
prof. arch. Alessandra Quendolo
COMPAGNI DI GRUPPO ing. Davide Cassini ing. Martina Bighignoli ing. Massimiliano Zanardi
nb: le immagini sopra si riferiscono ad alcune delle tavole di progetto realizzate.
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